Dagli attacchi alla produzione di carne, salumi e vino alla battaglia sull’etichetta Nutriscore che boccia le eccellenze Made in Cuneo e Made in Italy, fino al pericolo dell’arrivo nei piatti di carne, latte o pesce in provetta. Sono queste secondo Coldiretti Cuneo alcune delle sfide che nel 2023 attendono il nostro comparto agroalimentare nell’Unione Europea, dove peraltro si attende il via libera alla nuova genetica “green” capace di sostenere l’obiettivo della sovranità alimentare, difendere il patrimonio di biodiversità agraria dai cambiamenti climatici e far tornare la ricerca italiana protagonista.
Nell’agenda 2023 della Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen nell’ambito del Green Deal c’è anche la legislazione per nuove tecnologie di miglioramento genetico che – sottolinea la Coldiretti – permettono di riprodurre in maniera precisa e mirata i risultati dei meccanismi alla base dell’evoluzione biologica naturale, raggruppate sotto la denominazione TEA (Tecnologie di Evoluzione Assistita). Innovazioni che non implicano l’inserimento di DNA estraneo alla pianta e dunque non hanno nulla a che vedere con gli OGM come dimostrano gli accordi siglati dalla Coldiretti con la SIGA (Società Italiana di Genetica Agraria) e con il CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura).
È stata, invece, rinviata almeno all’autunno 2023 la presentazione della proposta di Regolamento sull’etichetta nutrizionale a colori, a conferma delle perplessità manifestate dall’Italia e da altri Paesi. Il Nutriscore – sottolinea Coldiretti Cuneo – è un sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio e incompleto che finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. I sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo – continua la Coldiretti – si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive (ad esempio zucchero, grassi e sale) e sull’assunzione di energia senza tenere conto delle porzioni, escludendo paradossalmente dalla dieta ben l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine.
Un approccio che va combattuto perché – sostiene Coldiretti Cuneo – apre le porte al cibo sintetico, dalla bistecca fatta nel bioreattore al latte senza mucche, che rappresenta una minaccia letale per la nostra agricoltura, la salute dei consumatori e la biodiversità. Sono circa 350.000 le firme già raccolte dalla mobilitazione della Coldiretti, di cui oltre 10.000 in Provincia di Cuneo, per promuovere la legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione in Italia del cibo sintetico per il quale nel 2023 potrebbero essere già presentate le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio in Europa dopo il via libera della FDA negli Stati Uniti.
“Il successo della nostra mobilitazione conferma la forte opposizione dei cuneesi e, più in generale, degli italiani ai cibi prodotti artificialmente in laboratorio, dalla carne al latte, dai formaggi al pesce. La contrarietà è trasversale come dimostra l’eterogeneità delle firme raccolte: Parlamentari, Sindaci, rappresentanti istituzionali di Regione e Provincia, oltre a migliaia di cittadini, personalità della cultura, dello spettacolo, del mondo economico e imprenditoriale” dichiara Enrico Nada, Presidente di Coldiretti Cuneo.
“Dopo aver fermato il tentativo di escludere dai prossimi finanziamenti europei della promozione la carne, i salumi, il vino e la birra, sotto attacco di un approccio ideologico che discrimina alimenti che fanno parte a pieno titolo della dieta mediterranea, nel nuovo anno è necessario mantenere alta la guardia perché nel prossimo Regolamento non si torni alla demonizzazione di alcuni prodotti che rischia di favorire il passaggio a una dieta unica mondiale, dove il cibo sintetico si candida a sostituire quello naturale” conclude Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo.
Fonte: Coldiretti Cuneo