Il ‘DDL Concorrenza’ conferma l’attuale assetto normativo in materia di riassegnazioni delle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche discendente dalle ultime modifiche introdotte dal Decreto legge 135/2018, fortemente voluto dalla maggioranza che ha attuato la regionalizzazione dell’idroelettrico e consentito all’Italia nel 2021 di archiviare la procedura di infrazione avviata dall’Europa.
“In sostanza – dichiara l’assessore di Regione Lombardia alla Montagna e alle Risorse energetiche – è confermato l’impianto vigente, alla scadenza delle concessioni (e in Lombardia ne sono scadute già 20 su 74) i beni costituenti le cosiddette ‘opere bagnate’ (dighe, opere di presa, canali, gallerie e condotte forzate) passeranno senza compenso in proprietà delle Regioni o delle Province Autonome, restando quindi definitivamente acquisite al patrimonio pubblico, le stesse regioni potranno poi procedere secondo procedure competitive a riassegnarne l’utilizzo (non la proprietà) stipulando nuovi contratti di concessione”.
È confermato che le procedure di dettaglio devono essere disciplinate dalle Regioni/Province autonome con proprie leggi nel rispetto dei criteri e degli indirizzi già stabiliti dalla norma nazionale (art. 12, d.lgs. 79/1999 da ultimo modificato dal DL 135/2018).
“Si tratta di una buona notizia e, soprattutto, è una notizia di buon senso – commenta soddisfatto l’assessore regionale -, finalmente un settore strategico come quello della produzione di energia idroelettrica avrà un forte impulso verso investimenti e modernizzazioni delle infrastrutture e degli impianti, andando oltre all’ordinaria manutenzione. Ci sono ora le condizioni di riscrivere i contratti di concessione con gli operatori idroelettrici, contratti in parte già scaduti e risalenti oltre 60-70 anni addietro”.
Regione Lombardia ha già varato la sua legislazione sul rinnovo delle concessioni (l.r. 5/2020, modificata dalla l.r. 19/2021). Nella legge lombarda è previsto che i futuri contratti di concessione con gli operatori, saranno stipulati dopo avere effettuato le procedure di selezione competitiva previste dalla norma nazionale. I nuovi contratti saranno improntati alla tutela dei territori, agli investimenti sugli impianti ed alla gestione coordinata delle risorse idriche in un’ottica monte-valle con l’obiettivo di contemperare tutti gli interessi in gioco: l’ambiente, lo sviluppo degli impianti, la fruizione della montagna, la gestione dei livelli dei laghi e le necessità dell’irrigazione e non di meno l’occupazione; il tutto consentendo una giusta remunerazione nel tempo all’operatore che si aggiudicherà la concessione per il periodo previsto (da 30 fino a 50 anni).
“In questo lungo periodo – continua l’assessore alla Montagna e alle Risorse energetiche – l’operatore dovrà corrispondere alla Regione una quota dell’energia prodotta a titolo gratuito, come già previsto delle normative regionali oltre ai i canoni di concessione articolati in una parte fissa e una variabile legata alla remunerazione dell’energia. Sia i canoni, sia la fornitura di energia gratuita saranno oggetto di competizione in sede di gara ed è previsto che saranno in gran parte trasferiti ai territori interessati”.
“È una straordinaria occasione – conclude – di modernizzazione e di sviluppo di un asset strategico per il paese Italia come quello dell’idroelettrico nonché di sviluppo dei territori”. (LNews)