La rete ENSA, il Veneto, con la sede di Bruxelles, capofila per i prossimi 3 anni

Assessore Lazzarin: “Le politiche sociali fanno scuola in Europa”

Il Veneto ha confermato il rinnovo del coordinamento generale della Regione del Veneto a guida della Rete ENSA per il periodo rinnovabile 2022-2025 e con la legale rappresentanza presso la Sede di Bruxelles della Regione. È questa, infatti, la Rete di città e Regioni europee attraverso la quale il Veneto è protagonista attivo e riconosciuto come modello nelle politiche sociali. Istituita dalla Regione Veneto nel 1999 con l’adesione di ben 13 Paesi, il network è impegnato, fin dalla sua fondazione, a favorire l’inclusione sociale e lo scambio di buone pratiche attraverso iniziative innovative, su quattro settori. Il primo, quello degli anziani, sotto il coordinamento della città di Rotterdam; il secondo, riguardante i portatori di handicap, di cui il coordinamento è in capo al Consiglio del Dipartimento della Val de Marne; quello dei Giovani e Servizio Civile, Minori con il Ministero fiammingo per la gioventù Growing Up; quello dei Giovani e la famiglia, di cui ad essere coordinatore è direttamente la Regione del Veneto con la Direzione Servizi Sociali UO Famiglia.

Con l’Assemblea Generale 2022, che si è svolta il 15 novembre, si è lanciato anche un nuovo gruppo di lavoro sul Social emotional learning, che include una rete aperta e multidisciplinare di Università, comuni, ONG, scuole e organizzazione giovanili per la promozione del benessere degli studenti. La rete sarà guidata dalla Cooperativa Sociale delle Cicladi, e i partner comprendono le università di Evora, Lodz, Canakkale, Granada e Bucharest.

“Occuparsi di promuovere la cooperazione internazionale in ambito sociale, di costruire un solido sistema di partnership – sottolinea l’Assessore al Sociale del Veneto Manuela Lanzarin – oggi significa avere l’unico sguardo possibile in materia sociosanitaria. Il confronto con le esperienze europee ci ha già aiutato a superare diverse fasi complesse, come quella del COVID. Viviamo in un sistema di progressiva e sempre più intensa integrazione e compenetrazione dei processi di circolazione delle persone e dobbiamo pensare nuovamente alle competenze sulla materia socio-sanitaria”.

“Solo con il consesso europeo si costruiscono proposte e indirizzi che ci mettono nelle condizioni di offrire un salto in avanti in termini di integrazione delle nostre politiche sociosanitarie – continua l’Assessore -. Sono soddisfatta di sapere il Veneto in prima linea, a guida della rete ENSA, perché ci permette di mettere a valore l’esperienza straordinaria di questi anni e di fare un concreto passo in avanti di cui c’è uno straordinario bisogno. I nostri progetti e la chiave veneta partono sempre da uno sguardo ampio e inclusivo, dal sentire il punto di vista degli utenti, dei familiari, dei professionisti sanitari e sociali, degli Enti Locali, delle Associazioni del terzo settore e degli enti gestori. Questo significa essere in grado di ascoltare i bisogni di salute e di attivare progetti condivisi e compartecipati di azioni preventive, terapeutiche e riabilitative. I progetti di ENSA sono la sintesi di un approccio multidisciplinare e multisettoriale. Un approccio che, sono convinta, ci permette di mettere in campo risorse molto forti”.

“A Bruxelles, con i progetti di ENSA, portiamo il nostro modello di sociosanitario veneto – afferma Annalisa Bisson, direttore Relazioni Internazionali della Regione Veneto – con l’obiettivo di diffondere sempre più il modello di accoglienza sperimentato nella nostra regione. La rete ENSA è molto importante perché lavora per ottenere finanziamento di progetti da parte dell’UE e offre opportunità per gli enti locali di partecipare attivamente ai programmi e alle politiche europee. Cito ad esempio “NExT TO YOU”, per promuovere l’inclusione sociale e lavorativa delle vittime della tratta di esseri umani, ma non solo, o FORM, un progetto che si occupa della formazione delle famiglie affidatarie, partito da una esperienza concreta avvenuta a Treviso.”

La rete ENSA mira a crescere ancora. Non ci sono quote di partecipazione, i partner finanziano i loro costi, le adesioni vengono ratificate durante l’assemblea generale.

Fonte: Regione Veneto

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