“La situazione è drammatica. Stiamo parlando di un costo energetico dieci volte superiore a quello del 2019. Se vogliamo fronteggiare una situazione oramai insostenibile serve intervenire in modo intelligente per evitare che le aziende comincino a chiudere. Ciò a partire da porre un tetto al prezzo del gas e dalla revisione del PNRR. La Regione Veneto è a fianco di Confindustria e di tutte le imprese perché in Veneto perdere un’impresa significa perdere la nostra storia. E non possiamo permetterlo”.
Così l’Assessore allo sviluppo economico ed energia della Regione del Veneto è intervenuto ieri in occasione dell’incontro straordinario tra i Presidenti di Confindustria di Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte con gli Assessori allo sviluppo economico ed energia delle rispettive regioni.
Al centro dell’incontro l’emergenza energetica che sta mettendo a rischio paralisi l’intero sistema industriale italiano con il forte rischio di deindustrializzare e le relative ricadute sociali.
I rappresentanti di Confindustria delle regioni del nord hanno presentato agli Assessori i dati relativi agli incrementi dei costi energetici dal 2019 al 2022 nell’area più importante per il tessuto industriale italiano: dai dati emerge che, mentre nel 2019 il totale dei costi di elettricità e gas sostenuti dal settore industriale delle quattro regioni ammontava a circa 4,5 miliardi di euro, nel 2022 gli extra-costi raggiungeranno – nell’ipotesi più ottimistica rispetto all’andamento del prezzo – una quota pari a circa 36 miliardi di euro che potrebbe essere addirittura superiore ai 41 miliardi nello scenario di prezzo peggiore.
“Ho sottolineato la necessità di rivedere il PNRR – precisa ancora l’Assessore veneto -. Non possiamo continuare a gestire il PNRR come se non fosse successo nulla, come non ci fosse la guerra in Ucraina o come se non ci fosse problema energetico con la Russia. Serve intervenire subito perché oggi è prioritario per il futuro dei nostri territori e per la tenuta sociale salvare le nostre imprese”.