Energia: stop al fotovoltaico mangiasuolo

Le energie rinnovabili possono contribuire allo sviluppo della multifunzionalità delle imprese agricole. Avanti con l’utilizzo dei tetti di cascine e stalle per il fotovoltaico

È necessario salvaguardare le campagne per garantire la sovranità alimentare nazionale fermando le speculazioni e il consumo di suolo con impianti di fotovoltaico a terra incompatibili con l’attività agricola. È quanto Coldiretti ha scritto al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, chiedendo anche un vertice urgente con il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare e con quello dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.

Il nodo è la mancata individuazione delle aree idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili a fronte di “una serie disordinata di iniziative avviate da fondi di investimento speculativi per quanto riguarda la localizzazione di impianti di grandi dimensioni, senza stabilire forme di coinvolgimento degli agricoltori. Il caos decisionale che deriva dall’assenza di regole di governo del territorio ha finito per partorire una sorta di abusivismo energetico, con un forte consumo di suolo e significativi danni collaterali ecologici ed economici”, come si legge nella lettera inviata dalla Coldiretti.

Secondo uno studio di Coldiretti Giovani Impresa solo utilizzando i tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole sarebbe possibile recuperare una superficie utile di 155 milioni di metri quadri di pannelli con la produzione di 28.400 Gwh di energia solare.

“Crediamo fermamente che le energie rinnovabili possano contribuire allo sviluppo della dimensione multifunzionale delle imprese agricole, come nel settore del biogas-biometano che ha conosciuto un’importante accelerazione verso la transizione energetica attraverso il riciclaggio di sottoprodotti e la riduzione dell’impronta ambientale e di carbonio, specialmente nella zootecnia. Di fronte all’occupazione di suolo fertile con distese di ettari di moduli fotovoltaici a terra o di tecnologie industriali camuffate da parchi agrovoltaici che sottraggono il suolo dalla sua vocazione originale, diventa urgente correggere tale situazione” dichiara il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada.

“La nostra Organizzazione si impegna a condividere il massimo sforzo possibile per conseguire gli obiettivi di un’agricoltura circolare e ad impatto climatico zero, ma condizione essenziale resta quella di fermare la frammentazione del territorio e riconoscere agli agricoltori la capacità di rispondere da protagonisti e non da spettatori alle sfide energetiche della Nazione” conclude il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu.

Fonte: Coldiretti Cuneo

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