Sono 5.450 i tesori Made in Italy censiti che sono oggi messi a rischio dall’esplosione dei costi di produzione legata alla crisi energetica per la guerra in Ucraina.
È quanto emerge dal nuovo censimento 2022 presentato dalla Coldiretti delle specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, presentata al XX Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Roma.
Una mappa dei sapori, della tradizione e della cultura della tavola Made in Italy che, per quanto riguarda le tipologie, vede nei primi tre posti del podio la squadra di pane, paste e dolci (1.616), quella di frutta, verdura e ortaggi (1.577) e il gruppo delle specialità a base di carne (822), seguiti dai formaggi (524) e dai prodotti della gastronomia (320).
Un patrimonio che spinge a tavola 1/3 della spesa turistica alla scoperta di un Paese come il nostro, l’unico al mondo che può contare sui primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare.
“Alla base del successo del Made in Italy c’è l’agricoltura più green d’Europa. Dietro ogni prodotto c’è una storia, una cultura e una tradizione che è rimasta viva nel tempo ed esprime al meglio la realtà di ogni territorio.
Per questo è necessario difendere questo patrimonio dalla banalizzazione e dalle spinte all’omologazione perché il buon cibo insieme al turismo e alla cultura rappresentano le leve strategiche determinanti per un modello produttivo unico che ha vinto puntando sui valori dell’identità e della biodiversità” dichiara Enrico Nada, Presidente di Coldiretti Cuneo.
Non è un caso che nei piccoli borghi nasca il 92% delle produzioni tipiche nazionali, secondo l’indagine Coldiretti/Symbola. La Granda – rileva Coldiretti Cuneo – conta ben 223 piccoli Comuni con meno di 5.000 abitanti, pari al 90% del totale (247 Comuni), un vero concentrato di borghi fra montagne, colline e pianura dove assaggiare le produzioni locali della tradizione, oltre che indirizzare il turismo rurale.
“Gli italiani scelgono il buon cibo delle nostre terre, come dimostrano le oltre 200.000 firme raccolte nel Paese dalla mobilitazione Coldiretti per promuovere una legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia, dalla carne prodotta in laboratorio al latte “senza mucche” fino al pesce senza mari, laghi e fiumi.
Un successo che conferma la forte opposizione degli italiani ai cibi artificiali e ad una pericolosa deriva che mette a rischio il futuro della cultura alimentare nazionale, delle campagne e dei pascoli e dell’intera filiera del cibo Made in Italy” conclude il Direttore di Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu.
Sito web: Coldiretti Cuneo